
Viaggiando in direzione ovest verso la Thailandia, abbiamo scelto di navigare il fiume Mekong, la via più diretta e rapida, mentre le strade serpeggiano su e giù fra le montagne (e ne abbiamo avuto abbastanza dei viaggi in autobus!).
LUANG PRABANG
Ieri siamo andati in moto fino al porto nuovo, spostato di recente 8 km a nord di Luang Prabang (prima era sulla sponda del fiume Mekong in città), per assicurarci quanto fosse lontano (non vogliamo essere fregati dall’autista del tuk-tuk l’indomani) e soprattutto per controllare prezzi e orari: non c’è nessuna opzione per comprare un biglietto diretto per Huay Xai, sul confine con la Thailandia, ma ci dicono che il biglietto si compra poi a Pak Beng, e c’è solo una barca al giorno.
Così la mattina alle 7 contrattiamo una corsa in tuk-tuk a 40.000 kip e compriamo il biglietto della slowboat per Pak Beng a 105.000 kip (13$), come descritto su grandi tabelloni, con i soliti 2 differenti prezzi per Laotiani e stranieri discriminati… In città il prezzo più economico che avevamo trovato nelle agenzie era 280.000 (35$) direttamente per Huay Xai, ma dopo aver letto alcune recensioni su internet abbiamo deciso di provare a prendere i biglietti singoli al porto, che si è rivelata la scelta migliore per noi.
SLOW-BOAT VS SPEED-BOAT
Un’altra possibilità era quella di prendere la speedboat, ovviamente più veloce (2-3 ore per Pak Beng invece di 7-8, e 5 ore per Huay Xai invece di un viaggio spalmato su 2 giorni), più costosa, ma stavolta abbiamo ascoltato i consigli letti online che ci spaventavano abbastanza, parlando addirittura di qualche tragica morte… Così abbiamo optato per l’affidabile slowboat, ma su questo torneremo più tardi…
La barca parte alle 9 circa. Tutti i locali si siedono nella parte anteriore, noi ormai abbiamo imparato a seguirli, c’è sempre un motivo: più indietro infatti, dove si siedono gli altri 6 turisti presenti a bordo, il rumore del motore è assordante, e non sarà piacevole per tutte quelle ore. I sedili sono piuttosto comodi, in effetti sono stati letteralmente strappati da qualche minivan e fissati sul pavimento!
Dopo tutti quei viaggi in minibus, dove era praticamente impossibile fare qualunque cosa a causa dello spazio ridotto e dei dossi perenni, ci godiamo la barca scrivendo, leggendo, rilassandoci, apprezzando lo spettacolare paesaggio e la routine quotidiana di chi vive lunghe le sponde del Mekong.
IL FIUME MEKONG
Il fiume Mekong è maestoso, e non siamo ancora nemmeno entrati nella stagione delle pioggie: infatti diverse rocce e isolotti spuntano dall”acqua, obbligando l’abile capitano a zigzagare per tutta l’ampiezza del fiume, evitando il centro del letto e preferendo i lati vicino alla riva. Ogni tanto irrompe il frastuono delle speedboat che sfrecciano di fianco a noi, i passeggeri tengono la testa bassa protetta dai caschi…
PAK BENG
Raggiungiamo Pak Beng verso le 17. Il paese non è altro che un punto di ristoro, subito alcuni proprietari di guesthouse ci assillano per spartirsi per la notte noi 8 stranieri. I prezzi per una sistemazione a Pak Beng sono molto contenuti, prendiamo una stanza spartana per 50.000 kip, e la donna molto ben organizzata ci chiede se vogliamo colazione e/o panini per l’indomani. Al solito, sono super organizzati per ospitare i turisti, anche nel mezzo del nulla.
A cena, incontriamo un gruppo di circa 20 ragazzi che stanno percorrendo la tratta opposta rispetto a noi, che a quanto pare è più percorsa; probabilmente le storie che avevamo sentito di barche affollate riguardano questa rotta.
Il giorno seguente torniamo al molo alle 7.30, troppo presto visto che la barca non partirà di nuovo prima delle 9. Acquistiamo senza problemi il biglietto a bordo per altri 105.000 kip, portando il totale a 210.000 (26$). Ci siamo pagati stanza e pranzo con i soldi risparmiati evitando le agenzie.
Nuovamente, un viaggio rilassante ci accompagna lungo il Mekong, tutto va bene, il tempo è splendido, mangiamo i nostri panini, ammiriamo il paesaggio, finchè una delle numerose soste che il capitano effettua per scaricare passeggeri, si trasforma in una rottura definitiva del motore. Dei bambini che giocano nelle marroni acque ci distraggono durante l’attesa, non realizziamo cosa sta per succedere, quando improvvisamente il rombo di 4 speedboat ci scuote, approcciando la nostra imbarcazione.
E’ arrivata l’ora di trasferirci sulle speedboat e sfidare la sorte: i nostri zaini vengono legati sulla punta degli scafi, noi cerchiamo di sistemarci, siamo più di 30 per 4 barchette che in condizioni normali portano 5-6 persone, e ci sono solo 2 caschi in tutto! Non abbiamo scelta e ripartiamo, la speedboat è dannatamente veloce, dannatamente stretta e rumorosa, e i rimbalzi sulla superficie dell’acqua sono dannatamente forti.
HUAY XAI
Arriviamo sani e salvi al molo di Huay Xai verso le 17.30, il tempo perso aspettando i soccorsi l’abbiamo recuperato grazie alla velocità dei motoscafi, ma comunque mai più grazie!
I nostri piani in principio erano di passare la notte a Huay Xai, avendo letto che il confine Laos/Thailandia chiude alle 18 non volevamo rischiare. Ma 3 nuovi amici (Marc dagli Stati Uniti, George dall’Irlanda del Nord e la sua ragazza Fabi dal Venezuela) ci convincono a proseguire tutti insieme verso il confine. L’unione fa la forza!
E hanno ragione, gli sportelli sono ancora aperti fino alle 21 a quanto mi dice un ufficiale. Sbrighiamo le pratiche, lasciamo il Laos dopo una veloce visita di 5 giorni, percorriamo il nuovo Friendship Bridge che rende la traversata molto più facile (prima bisognava prendere un’altra barchetta per raggiungere la sponda opposta) e rientriamo in Thailandia, 4 mesi dopo.
Una volta lì, non ci sono più bus per Chiang Rai, la nostra destinazione. Un tuk-tuk ci porta nel centro di Chiang Khong, dove praticamente non c’è nulla. Marc fa ancora un tentativo, e al telefono con un amico dell’autista contratta un passaggio per Chiang Rai in minivan a 2000 baht. Ci sta bene (10$ a testa, avremmo pagato la metà l’indomani a prezzo normale, ma ovviamente guadagnamo tempo), e verso le 21.30 giungiamo a Chiang Rai. Il piede di Edo è sempre dolorante, ci fermiamo al primo posto che troviamo, salutando i nostri compagni di avventure. La maggior parte degli hotel e guesthouse a Chiang Rai sorgono intorno alla via principale e alla zona del night bazaar.
CHIANG RAI
Una veloce visita e un boccone al bazaar notturno, e torniamo a dormire, dopo una lunga giornata di viaggio: siamo partiti da Pak Beng con l’intenzione di raggiungere l’ultima città prima del confine, e siamo finiti a dormire a Chiang Rai, già ben all’interno della Thailandia del Nord. E abbiamo pure dovuto salire su una maledetta speedboat su cui mai avremmo voluto mettere piede!
Non avere piani fissi e cambiarli all’improvviso, partire al mattino senza sapere dove dormirai la sera, rende i viaggi ancora più emozionanti e meravigliosamente inaspettati!
DOVE STARE A CHIANG RAI:
- Pak Beng guesthouses: contratta il prezzo fra 50.000 e 100.000 kip, stanze molto rustiche;
- Ann Guesthouse, Chiang Rai: a partire da 250baht/stanza: AC, bagno condiviso, stanze basilari per un soggiorno di una notte;
- Hi Chiang Rai Hotel: ottima posizione nel centro città e vicino al bazaar;
- Puoi prenotare tutti i tuoi alberghi in Laos e Thailandia con cancellazione gratuita qui.
COME ARRIVARE A CHIANG RAI:
- tuk-tuk, Luang Prabang città a molo: 40.000kip;
- battello (slowboat), Luang Prabang-Pak Beng: 105.000kip/persona, partenza 8.30, arrivo 16.30;
- battello, Pak Beng-Huay Xai: 105.000kip/persona, partenza 8.30, arrivo 16.30 (forse…);
- minibus privato, Chiang Khong-Chiang Rai: 2000baht/bus.
- prenota i biglietti per viaggiare in Laos e Thailandia su amt.12go.asia
ASSICURAZIONE DI VIAGGIO:
- Mai partire senza un’affidabile assicurazione di viaggio. Anche se ti fidi di te stesso, non sempre puoi fidarti degli altri. Meglio prevenire che curare! Calcola il tuo preventivo qui.