
Siamo a Chiang Mai da alcuni giorni, abbiamo già visitato la città dei templi e avuto una splendida esperienza presso un santuario degli elefanti, e ora ci prepariamo ad affrontare questo giro glorioso nel nord-ovest della Thailandia, che conta ufficialmente 1864 curve!
Ad essere onesti non sapevamo fosse famoso per il suo numero di curve, all’inizio volevamo andare da Chiang Mai a Pai, visto che molte persone che abbiamo incontrato ce l’hanno consigliata. Poi abbiamo aggiunto all’itinerario il parco Doi Inthanon e la cima più alta della Thailandia, così abbiamo deciso di fare tutto il tour. In effetti il celebre giro completo va fino a Mae Sariang, mentre noi abbiamo scelto di tagliare all’interno e prendere una strada meno battuta, forse anche con più curve, forse no, chissà. Sappiamo solo che ci siamo divertiti un sacco!
PARTENZA DA CHIANG MAI
Ma torniamo prima alla preparazione. Harry il gestore della nostra Dutch Guest House di Chiang Mai ci ha spaventato un po’ quando gli abbiamo chiesto informazioni riguardo al giro, avvertendoci riguardo alle strade in pessime condizioni, ancora peggiori quando piove, raccontando di terribili incidenti e gente ritornata con ossa rotte, pazzi autisti Thai che guidano camion e bus in maniera assurda, che avremmo rischiato la vita se saremmo andati. Al solito, Ambra è pronta ad ascoltare i consigli, mentre il pensiero di Edo è stato: sfida accettata! Abbiamo cercato più a fondo su internet e non abbiamo trovato molte opinioni scoraggianti, anzi, tutti ne parlano benissimo.
Ci siamo, si fa. Affittiamo una più potente Honda Blade 125cc a 600 baht/3 giorni (5€ al giorno) e andiamo verso nord. Neanche il tempo di lasciare Chiang Mai, che ci ferma la polizia: l’agente chiede a Edo la patente internazionale, che abbiamo “dimenticato” a casa. Ci dice che dobbiamo pagare una multa di 1.000 baht o tornare alla stazione di polizia per la patente (?). Edo prende il portafoglio con solo 300 baht dentro (buon consiglio di Harry di tenere pochi soldi), e il poliziotto chiede un po di più, facendoci capire che sarà una contrattazione anche con lui, in pieno stile mercato Thai. Ce la caviamo con 700 baht di multa/mazzetta.
Col passare dei giorni non saremo nemmeno più convinti che fosse un vero poliziotto (non ha mostrato distintivi, si preoccupava solo dei soldi, non ci ha più fermato neanche l’esercito, abbiamo letto di finti agenti arrestati a Bangkok che multavano i turisti, ecc.) ma in quel momento non avevamo alcuna esperienza e non sapevamo come comportarci. Ecco quindi qualche consiglio per voi, se doveste capitare nella stessa situazione: fate occhio alle chiavi (ha fatto per prendercele un paio di volte), chiedete di mostrarvi un distintivo, tenete pochi contanti a portata di mano, procuratevi una patente internazionale se avete intenzione di stare diverse settimane (anche se abbiamo la netta impressione che saremmo stati multati lo stesso per qualche motivo…).
Un bel modo per iniziare al meglio un viaggio in moto di 3 giorni! Proseguiamo dopo questo primo inconveniente, e le cose migliorano curva dopo curva. Quando imbocchiamo la strada 1095 verso Pai, l’asfalto diventa perfetto, completamente opposto a ciò che ci aspettavamo. Deve essere stato rifatto recentemente, è veramente liscio, vorremmo che tutte le strade terribili fossero così, non vediamo l’ora di fare tutte le 762 curve fino a Pai! Carreggiata larga, a volte anche a 3 corsie, paesaggi e scorci mozzafiato, tempo splendido.
PAI
Un brivido ritorna quando approcciamo dei segnali che indicano blocchi stradali della polizia. Tratteniamo il fiato, e passiamo senza problemi. Capiremo che, essendo vicini al confine con la Birmania, ci sono molti punti di controllo, in cui l’esercito thailandese ferma soprattutto camion per controllarne il carico, le merci, e possibili immigrati clandestini.
Raggiungiamo Pai dopo circa 3 ore, completando la nostra prima tappa di 133 km. Arriviamo al posto che abbiamo prenotato, Mountain View Guesthouse: si tratta di un delizioso angolo nascosto nel mezzo della natura, ci sistemiamo in un piccolo accogliente bungalow per 6€, con amaca sul portico, materasso in terra, un simpatico geko che diventerà nostro amico residente nella doccia per metà all’aria aperta, tutto molto bello!
Il gestore inglese ci istruisce sul da farsi nei dintorni, rimontiamo in sella e visitiamo i migliori scenari di Pai: il Friendship Bridge (risalente alla Guerra), il Pai Canyon, gli accampamenti degli elefanti (quasi tutti abusivi con i poveri animali incatenati), le sorgenti termali, templi e buddha, un villaggio cinese con un punto panoramico in cima. La sera, il solito night bazaar ravviva la città, ci sono moltissimi turisti, ci ricorda un po’ Sa Pa sotto alcuni aspetti, una cittadina vicina alle montagne in una zona remota, ma piena di visitatori. Purtroppo siamo di fretta e non possiamo fermarci più di una notte.
L’indomani partiamo alle 10 del mattino, abbiamo solo 110 km da fare oggi per arrivare a Mae Hong Son. Al benzinaio, ecco un’incredibile sorpresa: incontriamo casualmente due amici che avevamo conosciuto al Barney’s Hostel a Da Nang lo scorso febbraio in Vietnam! Colby e Beccy sono una bella coppia australiana che ha deciso di vendere tutto e viaggiare in giro per il mondo, e lo stanno facendo da quasi due anni. Ci raccontano che ora stanno lavorando qui in un ostello a Pai, e oggi che è il loro giorno libero stanno andando a Mae Hong Son anche loro! Il mondo è un posto piccolissimo.
MAE HONG SON
Riprendiamo la strada 1095 e andiamo su per la salita. Inizia a piovere a dirotto ma siamo ben attrezzati con i nostri impermeabili colorati. Il nostro piano era fermarci alle Lod Caves, delle famose grotte della zona. Non sappiamo come ma le manchiamo, a quanto pare c’era una svolta a destra subito dietro un blocco stradale dell’esercito, eravamo troppo concentrati a non essere fermati che siamo andati dritto.
Niente di grave, siamo sempre pronti a modificare i nostri piani. In questo modo giungiamo in anticipo a Mae Hong Son e decidiamo di seguire un cartello che recita Bamboo Bridge: sfortunatamente il sentiero è pieno di pozzanghere e fango, rischiamo di impantanarci e decidiamo di lasciare la moto indietro, proseguendo camminando sotto la pioggia per un po’, ma niente, non vediamo nessun ponte, il che ci porta a due colpi a vuoto su due! (Ci consoleremo guardando le foto, il ponte è splendido nella bella stagione, sorvola i campi variopinti, meno quando diluvia…).
Puntiamo allora dritti verso la nostra guesthouse per una doccia calda.
Non demordiamo e proviamo con un altro obiettivo: la provincia di Mae Hong Son confina con la Birmania, ed è diventata famosa in Thailandia per i villaggi Karen, abitati da tribù birmane le cui donne indossano grandi anelli al collo, rendendolo allungato. Oggigiorno le tradizioni si stanno perdendo e ruota tutto intorno ai soldi, in alcuni di questi villaggi occorre pagare 500 baht per accedervi (13€).
VISITA AL VILLAGGIO KAREN
Seguiamo alcuni cartelli lungo la strada per diversi km e finiamo per risalire una valle, da fondo a cima: finalmente, dopo aver zigzagato fra pozze, fango e ripide strade sterrate, camminando gli ultimi due km, raggiungiamo il famigerato villaggio Karen. Si tratta di uno dei pochi rimasti, forse l’unico, dove non bisogna pagare per entrare, probabilmente perchè è così lontano e quasi nessuno viene più qui (molte tribù si sono addirittura trasferite presso Chiang Mai solo per ricevere più turisti…).
E’ un villaggio molto povero, probabilmente il più rurale che abbiamo visto durante il nostro intero viaggio nel sud-est asiatico, insieme a quello di pescatori sull’isola di Koh Rong, in Cambogia: sembra di essere decine di anni indietro nel tempo, ci sono solo casette di legno e palafitte, pavimenti in terra battuta, polli e oche che corrono qua e là, e alcuni bambini che giocano insieme in una piccola piazza alla fine della valle. Vediamo la loro scuola, anche senza pavimento né finestre, solo alcune panche sotto un tetto, siamo molto colpiti.
Ci sono 16 famiglie e 103 persone che abitano qui, non necessitano di niente al di fuori del villaggio. Incontriamo solo due delle celebri donne dal collo allungato: come detto, non lo fanno per soldi qui, è solo la loro tradizione, dunque non tutte vogliono mostrarsi. Parliamo alcuni minuti con questa donna da cui compriamo un souvenir per supportare il loro umile stile di vita. Torniamo indietro alla nostra moto con tanti quesiti in testa, colpiti dal modo in cui alcune persone vivono ancora in questo mondo.
Prima di rientrare a Mae Hong Son, saliamo su a Wat Plai Doi, un complesso di templi che dominano la città dall’alto. Il luogo è splendido, l’architettura di influenza birmana da una parte e il meraviglioso panorama di valli e montagne dall’altra. La zona è tranquillissima e l’atmosfera pacifica e rilassante.
La sera, usciamo coi nostri amici Colby e Beccy per una rimpatriata inaspettata.
Il giorno seguente è l’ultimo e sarà anche il più lungo on-the-road del nostro giro: 270 km fino a Chiang Mai. Discutiamo sull’orario di partenza (Edo: “dobbiamo partire alle 6″ / Ambra: “no, voglio dormire!”) e alla fine ci accordiamo per svegliarci alle 7.
LO SPLENDIDO NORD-OVEST DELLA THAILANDIA
La strada che porta a sud verso Khun Yuam è davvero bella, scorre lungo il Parco Nazionale di Mae Surin, in mezzo ai boschi, e la brezza mattutina la rende davvero piacevole. Dopo un po’ iniziamo a preoccuparci un pochettino perchè non c’è traccia di stazioni di benzina in giro. Dobbiamo lasciare la strada principale 108 per prendere la secondaria 1263 e temiamo di non trovare più nulla dopo il villaggio di Khun Yuam. Così scendiamo ancora più a sud per un po’, abbandonando il nostro itinerario per più di 10 km. Passiamo miracolosamente un mega blocco stradale della polizia, e troviamo l’unico benzinaio proprio alla fine del paese. Ciò significa che dobbiamo ritornare a nord ora, ma le astute doti di Ambra col GPS ci consentono di evitare gli sbirri attraverso una strada di campagna!
Di ritorno sulla retta via, ci fermiamo ad un lago e poi ci godiamo il resto della sensazionale strada 1263: curve, tornanti e fantastiche viste ci accompagnano. Questa zona ha essenzialmente campi coltivati ovunque, soprattutto di cavoli. Per rendere il suolo fertile, tutto viene bruciato prima della stagione dei monsoni: lo scenario è apocalittico!
MONTE DOI INTHANON – CIMA DELLA THAILANDIA
Verso mezzogiorno raggiungiamo Mae Chaem, dove ci fermiamo per un boccone. Possiamo già vedere il monte Doi Inthanon, la nostra meta. Guadagneremo 1500 metri di quota in una ventina di km tutti asfaltati e scorrevoli. Il paesaggio si trasforma da giallo-marrone bruciato a verde foresta, mentre saliamo nella giungla l’aria si rinfresca.
Arriviamo presto ai due stupas, i monumenti sulla montagna, che la sormontano a 2100 metri. Il sito è abbastanza affollato, molti visitatori e tour vengono qui in giornata da Chiang Mai. Dopo due giorni di guida selvaggia e solitaria in zone remote, torniamo nella realtà. Gli stupas sono due templi costruiti in onore del Re e della Regina, sorgono uno di fronte all’altro. Sono circondati da bellissimi giardini e la vista sui paesaggi della Thailandia del nord è unica.
Guidiamo fino in cima alla montagna a quota 2565 m per fare la foto di rito sul punto più alto della Thailandia, ma poi non c’è molto altro da vedere.
RITORNO A CHIANG MAI
Sono le 14 e siamo pronti a scendere verso Chiang Mai per gli ultimi 120 km della nostra escursione. Siamo talmente felici che tutto sia andato bene con la nostra moto, dopo tutte le storie spaventose, i blocchi stradali, i temporali, il fango in cui siamo quasi rimasti impantanati, le pozzanghere che abbiamo attraversato, le 1864 curve e tornanti, e i 750 e più km di viaggio, che ci fermiamo ad un auto-lavaggio per far pulire la nostra moto e riportarla al simpatico affittatore bella pulita (e anche perchè era in condizioni pietose).
Il giro Chiang Mai-Pai-Mae Hong Son è stato sicuramente uno dei momenti più belli del nostro viaggio, lo raccomandiamo assolutamente! Se avete domande più specifiche sull’itinerario, scriveteci qui sotto nei commenti!
Buon viaggio!
HOTEL – DOVE STARE IN THAILANDIA:
- Dutch Guest House, Chiang Mai, 250baht/stanza, zona tranquilla, proprietario amichevole, ottimo cibo e sala giochi, posizionata vicino al night bazaar;
- Mountain View Backpacker Guesthouse, Pai: 240baht/bungalow, nel mezzo della natura, gestori carinissimi, luogo davvero rilassante fra gli alberi;
- Puoi prenotare tutti i tuoi soggiorni in Thailandia con cancellazione gratuita qui.
TRASPORTI – COME SPOSTARSI NEL NORD DELLA THAILANDIA:
- Bus locale Chiang Rai-Chiang Mai: da 300 baht/persona, 3 ore, molto comfotevole;
- Treno Chiang Mai-Ayutthaya-Bangkok: cuccette da 750baht/testa, 9 ore.
- prenota i biglietti per viaggiare in Thailandia su amt.12go.asia
AFFITTI&SPESE:
- Scooter Honda Air Blade: 3 giorni, 250baht/giorno;
- Benzina: 100baht/pieno;
- Sbirri: multa di 700 baht!
- Doi Inthanon Park, ingresso: 50baht/testa;
- Pai Canyon, villaggio colli lunghi Karen, viste incredibili, tutto offerto da madre natura!
ASSICURAZIONE DI VIAGGIO:
- Mai partire senza un’affidabile assicurazione di viaggio. Anche se ti fidi di te stesso, non sempre puoi fidarti degli altri. Meglio prevenire che curare! Calcola il tuo preventivo qui.
salve! ilo vostro itinerario di viaggio è spettacolare ! vorrei avere informazioni per effettuare la stessa visita agli elefanti.
Autore
Ciao Valentina, grazie per i complimenti!
Non ricordo il nome esatto dell’organizzazione con cui abbiamo passato la giornata con gli elefanti. Noi abbiamo prenotato l’escursione in guesthouse (Dutch Guest House, un posto molto amichevole e carino vicino al Night Bazaar di Chiang Mai). Il gestore ci ha offerto 3 diverse possibilità, noi volevamo essere certi di non finanziare quelle compagnie che sfruttano gli elefanti e li maltrattano, per cui abbiamo deciso di pagare un po’ di più (sui 2400baht in tutto, 60€): non ce ne siamo pentiti, fin da subito abbiamo capito di essere finiti proprio dove volevamo! Troverai offerte per escursioni più economiche, ma probabilmente saranno di quelle compagnie in cui mettono le portantine sulla schiena degli elefanti, li tengono incatenati, ecc.
Buon viaggio!!
ma la 1263 è una strada con tante buche?? Ho letto che non è una bella strada
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Ciao Cecilia! E’ una bellissima strada! Al tempo di questo articolo nel 2016 era appena stata asfaltata ed era perfetta. Immagino che dopo 3 anni non possa essere peggiorata più di tanto. Penso che gli articoli che hai letto che dicono che non è una bella strada siano precedenti al nostro articolo del 2016.
Buon viaggio!